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Public Policy

Ma in futuro le licenze aumenteranno o no?

A Roma tassisti in festa

Delusi dalle liberalizzazioni dell’epoca Veltroni, oggi festeggiano il neosindaco Alemanno

di Davide Giacalone - 29 aprile 2008

Narrano le cronache che i tassisti romani festeggiano l’elezione di Alemanno a sindaco, e, del resto, uno dei loro capi era candidato con la destra. Soddisfazione del tutto legittima, naturalmente, ma vale la pena indagare questa gioia, cercare di capire quel che significa non solo per il futuro della città, ma anche per quello del governo. Che io sappia Veltroni non ha fatto nulla di male, ai tassisti. Né credo Rutelli s’accingesse a far cose che in passato non aveva fatto.

La questione, quindi, nasce con lo sfortunato decreto Bersani, erroneamente detto delle “liberalizzazioni”. In realtà, quello era solo un errore. Bersani, difatti, aveva pienamente ragione nel ritenere utile l’aumento delle licenze per il trasporto pubblico, e non solo a Roma, naturalmente. Lo sostenni anche all’epoca del decreto, affrontando qualche polemica con tassisti che, poi, in un dialogo meno pubblico, non poterono non riconoscere che già, di fatto, le licenze erano state moltiplicate, ma a cura dell’iniziativa di ciascun tassista. Il decreto, però, era un errore, perché Bersani s’era dimenticato che proprio la sinistra aveva varato una sventurata riforma del titolo quinto della Costituzione e, pertanto, la materia non era più di competenza governativa.

L’allora sindaco di Roma, Veltroni, si propose quale mediatore e la mediazione consisté nel dare ragione ai tassisti e considerarsi già un passo avanti il rilascio, scadenzato nel tempo, delle nuove licenze già programmate. L’aumento delle licenze era un fatto positivo, ma per niente paragonabile alla liberalizzazione proposta da Bersani, il quale, quindi, anche per mano del sindaco, usciva del tutto sconfitto (insieme al governo del quale faceva parte, naturalmente). Alemanno, in quei giorni, si mise personalmente alla testa dei tassiti e nel suo caso, come in diversi altri, l’opposizione al decreto rimase una via di mezzo fra il rilievo che si trattava di un errore ed il dare ragione alle richieste di una corporazione.

Ora festeggiano, i tassisti, e buon pro faccia loro. Ma cosa significa, questo, che a Roma le licenze non aumenteranno? Se così stessero le cose ci sarebbero dei fregati, e sono i cittadini romani, o, in generale, quelli che utilizzano i taxi. Non è questo, però, il tema che oggi m’interessa, oltre tutto Alemanno deve ancora mettere piede in Campidoglio ed è certo presto per valutarne le scelte. Quel che oggi m’interessa è che in Italia le riforme diventano controriforme ancor prima di prendere corpo. A forza di fare i liberisti a corrente alternata riusciamo ad annunciare aperture di mercati che non si aprono manco per niente, in compenso suscitando reazioni ed opposizioni come se qualcosa fosse realmente successo. Campiamo d’annunci, in una soave superfluità delle scelte.

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